Intorno al 1864 Manzetti costruì la sua prima vettura stradale, mossa da un motore a vapore a combustione interna. Si trattava di un veicolo a trazione anteriore, a quattro posti e dotato di quattro ruote.
La vettura attirò subito la curiosità e l'ammirazione delle persone che ebbero l’occasione di vederla circolare lungo le vie di Aosta. La macchina, infatti, fu sperimentata tra le attuali vie Padre Lorenzo e Guido Rey e sulla strada nazionale tra il Ponte di Pietra e la cappella di Saint-Roch. In uno dei suoi viaggi inaugurali, Manzetti fu accompagnato dagli amici Charles Rore e dai fratelli Defey.
La vera innovazione introdotta da Manzetti fu l’impianto di un motore a vapore - unico sistema di propulsione efficace allora utilizzato - e di un sistema sterzante su un veicolo nettamente più leggero e sufficientemente maneggevole.
La parte anteriore del veicolo ospitava il motore, sul quale si trovava innestata la caldaia, funzionante molto probabilmente a carbone. Il posto del guidatore, inizialmente troppo vicino alla caldaia, ne fu allontanato in seguito a successivi perfezionamenti; analogamente, il camino dei gas di scarico, in origine alto e frontale, fu poi ridimensionato, per consentire la visuale ai viaggiatori. L’avantreno veniva azionato da pistoni mossi dalla caldaia e collegati a ingranaggi. Attraverso due cinghie di trasmissione il movimento arrivava al volano. Il motore raggiungeva al massimo quattro giri al secondo.
Chiamata dalla stampa locomotive, sembra che il motore agisse su di una struttura a biella-manovella in grado di trasmettere il movimento anche alle ruote posteriori, con un sistema analogo a quello delle antiche locomotive ferroviarie.
Non essendo in grado di compiere lunghi percorsi, la prima macchina dovette essere successivamente perfezionata. Già negli anni tra il 1869 e il 1870 la vettura di Manzetti era in grado di muoversi lungo le strade e di essere guidata agevolmente. Vera rivoluzione rispetto ai precedenti analoghi veicoli, questo era dotato di un efficiente sistema sterzante.
Inizialmente, la vettura a vapore non ebbe un grande sviluppo applicativo su larga scala, a causa del suo peso e della sua rigidità, difetti di cui lo stesso Manzetti si rese conto. L’inventore concentrò quindi la sua ricerca sulla costruzione di un nuovo tipo di motore, a partire dalle proprietà dei gas di dilatarsi e condensarsi in funzione della temperatura. E’ il principio del motore a scoppio, inventato nel 1853 dai toscani Barsanti e Matteucci, ampiamente sperimentato nel corso degli anni successivi, in vista della sua applicazione su vetture stradali o su locomotive.
Anche Manzetti comprese che la ricerca andava spostata sul sistema di propulsione e, negli anni successivi al 1864, realizzò più veicoli, a tre e quattro ruote, a uno, due, tre e quattro posti a sedere. Un suo diario testimonia che negli anni 1873-‘76 Manzetti sperimentava diversi motori funzionanti a benzina, petrolio, ammoniaca, etere e altri tipi di sostanze le quali, dilatandosi o condensandosi, agivano su particolari pulsori di sua creazione, definiti dischi emisferoidali, uniti da un diaframma sensibile.
Il diario dell’inventore conserva interessantissimi disegni, progetti e considerazioni sulla possibilità di realizzazione. Purtroppo la morte gli impedì di portare a termine il suo progetto.
La macchina di Manzetti conobbe una rinnovata notorietà nel 1891, allorché la stampa valdostana ne difese vigorosamente il primato mentre la Francia celebrava l’auto costruita nel 1891 dall’ingegnere francese Serpollet come una creazione rivoluzionaria mai vista prima.
Manzetti progettò inoltre un volano molto silenzioso e senza ingranaggi, un sistema a caldaie oscillanti, sistemi di raffreddamento, pompe senza valvole, un vero e proprio cambio di velocità e molti altri accorgimenti da utilizzare sia nel sistema di locomozione, sia nel sistema costruttivo e di assemblaggio di una vettura stradale.